ISBN: 978-88-99680-34-3
Curatore: Pietro Di Loreto
– Coedizione: etgraphiae – Cartograf
Don Sandro Corradini è uno dei non pochi uomini di Chiesa impegnati in modo molto profondo nel campo della ricerca storico artistica. Ormai da svariati anni ha dedicato e dedica una parte della sua vita al lavoro d’archivio, soprattutto spinto dall’intenzione di far conoscere il più approfonditamente ed oggettivamente possibile la figura e l’opera di Michelangelo Merisi da Caravaggio, il genio che, come tutti ormai riconoscono, a cavallo dei secoli XVI e XVII rivoluzionò la storia dell’arte.
è noto come questo artista, al di là degli appannamenti dovuti al mutare dei gusti, abbia affascinato generazioni intere di studiosi di eccezionale caratura (ma purtroppo anche di improvvisati parvenu) non sempre d’accordo tra loro circa modi, tempi e analisi della sua vita e dei suoi lavori. Sandro Corradini non è mai stato tra questi, non si è mai schierato pro o contro certe tesi, non ha mai voluto esporsi nella sarabanda di attribuzioni, commenti, proposte che ormai da tempo caratterizzano il tema concernente Caravaggio, e non perché le sue idee non le avesse e non le abbia, ma per un malinteso senso di inadeguatezza (ci dice spesso: «Ma come posso competere io con tizio o caio che ne sanno più di me?») che in verità è il segno di una personale timidezza, frutto di una sensibilità molto accentuata che evidentemente gli suggerisce cautele senz’altro eccessive.
Probabilmente però questa è stata la sua forza, avendo scelto non la strada delle attribuzioni, delle affermazioni e delle polemiche ma quella – oggettiva– della ricerca archivistica, della riemersione dei documenti, della loro decrittazione e della loro esposizione, su cui nessuno può evidentemente obiettare, fino a divenire sicuramente uno dei principali fornitori, se si può dire, di importantissime novità collegate a Caravaggio (è sua la pubblicazione nel 1993 di Caravaggio materiale per un processo, presto esaurito ed oggi purtroppo introvabile) oltre che di preziosi documenti agli autori di monografie caravaggesche (e non solo). Basta leggere le prime righe di molti dei saggi con cui gli studiosi che hanno risposto al nostro invito a onorarne gli ottanta anni (è nato nel gennaio 1941) si sono espressi per ringraziarlo degli aiuti ricevuti.
C’è anche da credere che il contatto stretto con uno studioso come Maurizio Marini, esperto caravaggista oltre che caro amico e sodale in varie pubblicazioni (in particolare sul Burlington Magazine di The Earliest Account of Caravaggio in Rome Vol. 140, No. 1138, Jan., 1998), abbia avuto il suo peso soprattutto nel demolire gli stereotipi sorti nel corso del tempo circa la figura del Merisi – che ne avevano deturpato la fama oltre che l’immagine– ritenuto di volta in volta eretico, poco di buono, criminale spericolato, secondo i più vieti cliché del “pittore maledetto”, specie in ragione dell’evento che poi ne segnò le sorti, cioè il tragico duello in cui trovò la morte Ranuccio Tomassoni, nel maggio del 1606. Sono proprio i ritrovamenti archivistici di don Sandro, per meglio dire le testimonianze riemerse in un codice da lui scovato negli Archivi vaticani, che consentono di fornire una più ampia narrazione del triste episodio, come appare nel volume in memoria di Maurizio Marini (etgraphiae, 2015) che induce oggi a derubricare l’evento come “omicidio preterintenzionale”. Quegli scritti in effetti aiutano a capire perché la mano dell’artista si armò quel fatale giorno e i veri motivi del duello che comportò al Tomassoni le gravissime ferite che poi lo condussero alla morte.
Indagando sulle carte del fondo notarile e su quelle del fondo criminale del Governatore di Roma, Corradini ha scoperto cosa era realmente successo, e poi che tipo di pena aveva subito Caravaggio e se quell’uscita così frettolosa da Roma aveva uno scopo e un fine, vale a dire se ci fosse l’idea di come poter rientrare, e come, oppure fosse una condizione permanente.
Abbiamo insistito su questo punto che ci pare davvero poter riassumere bene come don Sandro Corradini abbia inteso la ricerca storica, sempre però collegata a tematiche di carattere civile, educativo, in uno spirito partecipativo che ne ha sempre esaltato anche il portato spirituale.
Non bisogna dimenticare infatti che egli ha ricoperto per anni anche un incarico di importanza capitale in Vaticano, come promotore di giustizia della Congregazione per le Cause dei Santi, prima di impegnarsi in prima persona, ormai da oltre 30 anni, in indagini di archivio.
Iniziò a frequentare gli archivi mentre preparava uno studio sull’arredo della basilica di Sant’Agostino, davanti alla iconografia della Madonna di Loreto, la Madonna cosiddetta dei pellegrini, uno dei capolavori più noti – e che tanto fece discutere, come si sa– di Caravaggio, e volle andare a fondo per vedere come era nata la commissione, da chi, perché, cosa c’era prima; una logica che non sempre muove i ricercatori ma che per lui è necessaria per conoscerne appropriatamente prima della rilevanza estetica, il retroterra realizzativo, ossia la forma che ha preso l’input creativo.
Di lì un impegno che non ha conosciuto soste, apprezzato da tantissimi studiosi, come sono proprio coloro che lo hanno voluto omaggiare con i loro saggi in questa pubblicazione che certamente non a caso abbiamo intitolato L’Archivio di Caravaggio.
SCHEDA
I quaderni di AboutArt
L’archivio di Caravaggio
Scritti in onore di don Sandro Corradini
a cura di : Pietro di Loreto
Coedizione: etgraphiae – Cartograf
Brossura pp. 438 ill. b/n e colori
cm 168×240
Multilingue: Italiano – Inglese